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SCARICA L'OMELIA DI S.E. REV. MONS. ALBERTO MARIA CAREGGIO IN OCCASIONE DEL 56° RADUNO DELLE CONFRATERNITE LIGURI
SCARICA IL SALUTO DEL PRIORE REGIONALE GIOVANNI POGGI AL56° RADUNO REGIONALE DELLE CONFRATERNITE LIGURI
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SCARICA I RINGRAZIAMENTI DEL PRIORE GENERALE DIOCESANO AL 56° RADUNO REGIONALE DELLE CONFRATERNITE LIGURI
RINGRAZIAMENTI__PRIORE_DIOCESANO.pdf
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Il testo integrale dell'omelia del Vescovo Diocesano, Mons. Alberto Maria Careggio, in occasione del Convegno Regionale delle Confraternite, domenica 29 aprile, a Riva Ligure e a Santo Stefano al Mare:
Sono lieto di accogliere e salutare le Confraternite della Liguria che si sono date Convegno in questa Diocesi, precisamente nelle Parrocchie di Riva Ligure e Santo Stefano al Mare, per il 56° Cammino di Fraternità. Insieme con loro vi sono anche quelle provenienti dal vicino Piemonte e la loro partecipazione contribuisce a rendere ancora più importante e solenne la nostra festa. Porgo un cordialissimo benvenuto a tutti, ai Sacerdoti, ai Priori e ai Priorati, ai confratelli e alle consorelle. Un saluto particolare va inoltre alle Autorità civili e militari presenti, specialmente ai Sindaci dei Comuni più direttamente coinvolti in questa manifestazione. Che magnifico spettacolo il vostro! Dietro alle antiche divise, alle cappe e cappini, alle variopinte insegne, non soltanto cè una rispettabile tradizione plurisecolare, ma una storia di fede, di spiritualità e di solidarietà umana e cristiana. La vostra, infatti, è una parte viva, storicamente la più antica, del benemerito laicato cattolico che perdura e si è rafforzato nel dopo Concilio, stimolando la fioritura variegata di nuovi Movimenti, Associazioni e Gruppi cattolici. In quanto Confraternite, la vostra appartenenza alla Chiesa è particolarmente apprezzabile perché, accanto alle molteplici opere caritative, esprimete pure una singolare forma di fede popolare che si è tramandata nei secoli, grazie anche alla vostra attività e alla fedeltà agli Statuti; siete, nel contempo, una significativa presenza socio-religiosa che sarebbe stoltezza ignorare, o rifiutare, o considerare semplicemente come un residuo del passato dal significato soprattutto folcloristico. Non vi stupisca se in questa grande festa richiamo un pensiero del Beato Giovanni Paolo II. Nella sua Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte si legge: «è doveroso per noi proiettarci verso il futuro che ci attende. Tante volte
.. abbiamo guardato al nuovo millennio che si apre, vivendo il Giubileo non solo come memoria del passato, ma come profezia dellavvenire. Bisogna ora far tesoro della grazia ricevuta, traducendola in fervore di propositi e concrete linee operative» (TMI 3). Memoria del passato, profezia dellavvenire, concrete linee operative: sono le tre realtà che sempre la Chiesa ha tenuto presente nel suo cammino millenario. La Memoria del passato, nella lettura che ne fa la Chiesa, non consiste nellattaccamento ostinato alle antiche tradizioni, nella pretesa di far coincidere lannuncio del Vangelo con le sovrastrutture che il tempo ha accumulato, ostacolando il più delle volte la freschezza e la novità dellannuncio stesso. La vera Memoria è Gesù Cristo dispiegato nei secoli, ossia Cristo, il Vivente, che è la vera novità tra i mutamenti della storia e levolversi della società. La cosiddetta nuova evangelizzazione, infatti, non è altro che il Vangelo proposto alluomo di oggi. Non possiamo negare che lindifferenza religiosa e linsignificanza di Dio, anche di fronte ai problemi più gravi della vita, non sono meno preoccupanti ed eversivi dellateismo dichiarato. In questo contesto, nel quale ci troviamo oggi, anche le vive tradizioni di pietà e di religiosità popolare cristiana rischiano di essere disperse. Di fronte a tale e reale pericolo Giovanni Paolo II, nel documento or ora citato, afferma: «Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà». La profezia dellavvenire è il messaggio della Chiesa che, nonostante le inevitabili fragilità e gli errori umani, continua ad essere per luomo moderno fonte di grazia e un sicuro riferimento per lindefettibile assistenza del Signore presente nella comunità cristiana tutti i giorni, sino alla fine dei tempi. La profezia è, pertanto, la capacità della Chiesa di saper interpretare loggi, traendo dai fatti positivi o negativi del passato, dalla storia dei popoli, dalle loro tradizioni e culture, gli stimoli per il presente. Solo Gesù Cristo salva luomo: Egli è luomo nuovo; è la Via, la Verità e la Vita; è il Buon Pastore che continua la missione nella Chiesa attraverso i suoi ministri e i fedeli. Limpegno vocazionale spetta a tutti. Per questo, oggi, nella domenica del Buon Pastore siamo tutti invitati a pregare in modo particolare per le vocazioni sacerdotali e religiose. I preti, i buoni preti, svolgono nella Chiesa una missione insostituibile, ma senza il nostro e il vostro impegno, scompariranno, anche nella nostra Diocesi. è risaputo che ai laicisti dia molto fastidio limpegno dei cattolici nella società, volutamente ignorando che il Vangelo è fonte di vera promozione sociale, del rispetto dei valori umani e garanzia dei valori eterni delluomo. La Chiesa non morirà mai con la persecuzione, che anzi la rinvigorisce (cfr. At 6-8). Certamente muore con laffievolirsi nei cristiani della loro capacità di annuncio del Vangelo o con il venir meno in loro della fede e della carità; quando si riduce il Vangelo a semplici tradizioni o a pura sapienza umana (cfr. 1 Cor 1,10-3,4;6); quando manca nei cristiani la capacità di generare nuovi credenti; quando, infine, si perde lequilibrio di fede nel Signore Gesù per essere solo e sempre in sintonia con la mentalità del mondo (cfr. Rom 12, 2-2). Se quanto detto sopra è una ricetta per uccidere la Chiesa, quella che la rinvigorisce sta, ovviamente, nella capacità di tener vivo il Vangelo, testimoniandone la verità con slancio missionario, con il dono richiamato della profezia e con il mettersi nelle mani di Dio fino alle estreme conseguenze. Nel terzo e ultimo punto della Novo Millennio Ineunte sono indicate alcune concrete linee operative. Il Santo Padre pone laccento soprattutto sullesercizio della carità. Da sempre essa costituisce uno dei punti di riferimento delle Pie Fondazioni e delle Confraternite. Questa carità si deve esprimere nellamore fraterno, nellunità dei fedeli attorno ai loro Vescovi e ai presbiteri, nella collaborazione sincera con le varie componenti della Chiesa. Radicati nelle vostre singole storie del passato, è vitale reinterpretare quanto di specifico i vostri Sodalizi esprimono. Senza perdere di vista le ragioni che li hanno fatti nascere, occorrerà che essi rispondano sempre più ai bisogni del nostro tempo, inserendosi attivamente, come già fate, nella Chiesa di oggi. Sarebbe certamente offensivo considerare la Confraternita solo come la custode di una tradizione, destinata a esibire costumi, stendardi, crocefissi nellintento di strappare un applauso, come se si trattasse di un pubblico spettacolo. La vera manifestazione che i Confratelli e le Consorelle devono offrire a tutti è una soltanto: la coerenza di vita in sintonia con il Vangelo e aglinsegnamenti della Chiesa. In modo eminente essa si traduce nella vita di santità, di preghiera, nellesercizio della carità che scaturiscono non soltanto dallinserimento nella Chiesa, ma dalla coscienza di appartenere anche ad un sodalizio religioso. Questa coerenza non potrà neppure esimersi dal testimoniare una vera carità tra i confratelli e nellambito della parrocchia. Non dovrà mai mancare la vita sacramentale, il che vuol dire accostarsi spesso ai Sacramenti. Non potrà, infine, non suscitare tra i confratelli il desiderio di una conoscenza sempre più approfondita della Parola di Dio, che permetta di dire agli altri la ragione della speranza che è in voi (cfr. 1 Pt 3,15). Cari fedeli, la vostra presenza attorno a tanti e bellissimi Crocifissi, inestimabile patrimonio culturale e artistico della nostra Liguria, guardati con interesse e ammirazione, non può che riempire tutti noi di speranza. La Scrittura dice infatti: «Guarderanno a Colui che hanno trafitto» (Zc 12,10). Sì, la Croce è veramente l albero glorioso e fecondo (cfr. Inno liturgico della festa della Santa Croce). Davvero in questo vessillo cè lunica speranza, la sorgente di vita immortale, la vera salvezza del mondo. Laugurio mio è che voi possiate essere sempre coscienti della vostra appartenenza e coerenti con la vostra tradizione, consapevoli di appartenere ad un laicato cattolico che sempre e soltanto opererà bene qualora i suoi membri sapranno comportarsi come cittadini degni del Vangelo e operai fedeli nella Chiesa di Cristo. La Vergine Maria, invocata dai cittadini di Riva Ligure come Madre del Buon Consiglio, ispiri in tutti sentimenti di profonda comunione. è nota laffermazione ad Jesum per Mariam, a Gesù per mezzo di Maria: sia Lei oggi a condurci a Gesù crocifisso, tanto caro ai parrocchiani di Santo Stefano al Mare. Sia Lui, come scrive San Paolo agli Efesini (Ef. 2,16-22), ad abbattere i muri di separazione, cioè a fare di tutti noi concittadini dei santi e membri della casa di Dio e a realizzare la tanta invocata pace nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità cristiane.
+ Alberto Maria Careggio
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